Il tema dell’incontro/scontro tra generazioni all’interno dell’azienda è diventato ormai cruciale.
Da una parte, l’aumento dell’aspettativa di vita e l’innalzamento dell’età pensionabile hanno fatto sì che, per la prima volta nella storia umana, in un’azienda si trovino a convivere anche quattro generazioni diverse. Dall’altra, la rivoluzione digitale ha acuito la distanza nel modo di comunicare, di approcciarsi alle nuove tecnologie e di concepire il lavoro.
Il risultato è un gap che, se non gestito, può arrivare ad essere letale per l’impresa, specie per una PMI, gestita a livello familiare.
Le grandi aziende, di solito, essendo ben strutturate e potendo contare sulla possibilità di mettere in campo importanti investimenti, riescono a gestire il problema senza grossi danni.
Ma cosa succede quando scoppiano liti e conflitti all’interno della famiglia che non riesce a mettersi d’accordo su una determinata strategia da portare avanti o sulla transizione al vertice? Si blocca qualunque iniziativa; tutte le energie e le risorse economiche vengono assorbite dal conflitto; iniziano lunghi e costosi contenziosi giudiziari; l’azienda rischia l’implosione con tutte le conseguenze del caso (fino al fallimento).
Eppure, trasformare lo scontro generazionale in incontro fertile può essere una straordinaria risorsa per lo sviluppo dell’azienda. Mai come oggi le imprese devono saper tenere il passo della rivoluzione digitale e, per farlo, hanno bisogno di tutte le competenze, hard e soft: quella di chi ha anni di esperienza e conosce bene il mestiere e quella di chi sa pensare e agire in velocità.
Esistono modelli di gestione delle risorse umane volti a valorizzare le diversità, a mettere in condizione ogni generazione di esprimere se stessa e di mettere a disposizione il proprio sapere e i propri punti di forza. Esiste anche quello che si chiama Age Management, che proprio sfruttando le diversità anagrafiche, culturali e anche di genere lavora per migliorare l’andamento dell’impresa.
Quando le generazioni arrivano a comprendere che le diverse attitudini e le esperienze reciproche possono essere complementari e, se messe in comune, possono fare la differenza, allora si aprono scenari nuovi in termini di performance aziendali.
Non è un processo semplice. Alcuni ce la fanno da soli. A volte, invece, è necessario il supporto di un coach che accompagni l’azienda nel superamento del gap generazionale. In particolare, in base alla mia esperienza di coach aziendale, per favorire la “staffetta generazionale” è necessario operare uno scambio costante tra le conoscenze e le esperienze maturate dalla vecchia generazione e le competenze possedute da quella nuova: le generazioni devono imparare a comunicare e ad ascoltarsi.
Se sei pronto a sfruttare le diversità della forza lavoro; ad attrarre, valorizzare e trattenere i talenti; e a vincere una delle maggiori sfide del prossimo futuro ma non sai come fare, potrebbe interessarti uno dei miei percorsi di coaching che aiutano i manager a diventare leader: metto la mia esperienza di Business Coach al servizio della tua crescita personale e professionale.
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